Codice Penale art. 600 bis - Prostituzione minorile (1).

Paola Borrelli

Prostituzione minorile (1).

[I]. È punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 15.000 a euro 150.000 chiunque:

1) recluta o induce alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni diciotto;

2) favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la prostituzione di una persona di età inferiore agli anni diciotto, ovvero altrimenti ne trae profitto [600-septies, 600-septies.1, 600-septies.2].

[II]. Salvo che il fatto costituisca più grave reato [609-quater], chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di un corrispettivo in denaro o altra utilità, anche solo promessi, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 1.500 a euro 6.000.

(1) Articolo sostituito dall'art. 4, l. 1° ottobre 2012, n. 172. Il testo originario, inserito dall'art. 2 1 l. 3 agosto 1998, n. 269, era il seguente: «[I]. Chiunque induce alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni diciotto ovvero ne favorisce o sfrutta la prostituzione è punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da 15.493 euro a 154.937 euro. [II]. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa fra i quattordici ed i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a euro 5.164. [III]. Nel caso in cui il fatto di cui al secondo comma sia commesso nei confronti di persona che non abbia compiuto gli anni sedici, si applica la pena della reclusione da due a cinque anni. [IV]. Se l'autore del fatto di cui al secondo comma è persona minore di anni diciotto si applica la pena della reclusione o della multa, ridotta da un terzo a due terzi». L'art. 1, l. 6 febbraio 2006, n. 38 aveva sostituito i commi secondo, terzo e quarto all'originario secondo comma, il cui testo era: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa fra i quattordici ed i sedici anni, in cambio di denaro o di altra utilità economica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni o con la multa non inferiore a lire dieci milioni [5.164 euro]. La pena è ridotta di un terzo se colui che commette il fatto è persona minore degli anni diciotto».

competenza: Trib. collegiale

arresto: obbligatorio (primo comma); facoltativo (secondo comma)

fermo: consentito (primo comma)

custodia cautelare in carcere: consentita, ma v. art. 275, comma 3, c.p.p.

altre misure cautelari personali: consentite (v.282-bis, comma 6 e 384-bis c.p.p.)

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

Con il delitto di prostituzione minorile, il legislatore italiano, attuando importanti strumenti normativi internazionali, ha mirato a rendere sempre più incisivo il contrasto al fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori ed a preservarne lo sviluppo fisico, psicologico, spirituale, morale e sociale.

In particolare sono sanzionate condotte dirette a reclutare, indurre, organizzare, gestire, sfruttare, favorire, controllare o trarre altrimenti profitto dalla prostituzione minorile definita, dall'art. 19 della Convenzione di Lanzarote, come «il fatto di utilizzare un bambino per attività sessuali dove il denaro o altre forme di remunerazione o corrispettivo siano dati o promessi come pagamento, a prescindere dal fatto che tale pagamento, promessa o corrispettivo sia fatto al bambino o a una terza persona».

È previsto, altresì, il reato di atti sessuali con minorenne dietro corrispettivo, che vede protagonista il cliente il quale, con la propria domanda, alimenta il mercato dello sfruttamento sessuale dei minori.

Soggetti

Soggetto attivo

La prostituzione minorile, in tutte le sue articolazioni, è un reato comune, che può essere commesso da « chiunque ».

Materialità

Condotta in generale

Il reato prevede due fattispecie, ossia due distinte tipologie di condotte tipiche, entrambe portate contro un minore, di sesso maschile o femminile, sia che questi sia già aduso alla prostituzione (Cass. III, n. 42422/2018), sia che non l’abbia mai esercitata (Cass. III, n. 18315/2010).

- L'una, costituita da una serie di condotte alternative, quali il reclutamento, l'induzione, il favoreggiamento, l'organizzazione, la gestione, il controllo, lo sfruttamento ed il ricavo di profitto dalla prostituzione di un minore degli anni diciotto.

L’altra, costituita dalla fruizione di prestazioni sessuali retribuite di un soggetto di età ricompresa tra i quattordici ed i diciotto anni.

Le singole condotte interne al comma primo e gli eventi eventualmente a ciascuna ricollegabili

Il reclutamento. Consiste nel reperire ed assoldare la vittima allo scopo di indirizzarla alla prostituzione ovvero di porla nella disponibilità del soggetto che intenda trarre vantaggio dalla sua prostituzione (Fiandaca Musco, 2013, 162).

L'induzione. Vi rientrano condotte di persuasione, convincimento, determinazione alla decisione di prostituirsi o rafforzamento dell'altrui risoluzione, anche quelle poste in essere in modo surrettizio, subdolo, soprattutto considerando la maggiore "malleabilità" della vittima minorenne (Cass. III, n. 36710/2019). L'induzione può consistere sia nella determinazione nel minore della decisione di prostituirsi, sia nel rafforzamento di una determinazione già esistente ovvero nella rivitalizzazione di un proposito che sta venendo meno ovvero nella sollecitazione di un proposito che è già venuto meno, allo scopo di farlo rivivere. Si tratta di reato di evento, in cui quest'ultimo è duplice siccome integrato 1) dal risultato psichico dell'insorgenza o del rafforzamento del proposito di prostituirsi, 2) dal risultato materiale dell'esercizio almeno di un atto di prostituzione (Mantovani, 2013, 466). Non sono necessarie la violenza o la minaccia (v. Cass. III, n. 21181/2009), ma non è sufficiente la semplice inerzia o tolleranza e neanche la mera proposta (Fiandaca Musco, 2013, 162).

Il favoreggiamento. E' reato di mera condotta, integrato da ogni azione che renda possibile, più facile, più sicuro, più lucroso l'esercizio della prostituzione minorile, procurando condizioni favorevoli, appianando difficoltà ovvero eliminando ostacoli; esso non può consistere in una condotta meramente passiva (Mantovani, 2013, 468; Fiandaca e Musco, 2013, 163).

Costituisce favoreggiamento la concreta offerta del minore di anni diciotto a potenziali clienti dietro corrispettivo (Cass. III, n. 3259/2021).

Ne sono esempi, tratti dall'ampia giurisprudenza sul reato di cui all'art. 3 l. n. 75/1958, l'intermediazione tra cliente e prostituta (Cass. III, n. 10938/2001) o la condotta dell'albergatore che fornisca — saltuariamente — stanze a condizioni agevolate (Cass. III, n. 17381/2014), ma non le condotte del cliente che riaccompagni con la propria autovettura la prostituta sul luogo di lavoro (Cass. III, n. 36392/2011) o del cameriere della prostituta che renda dei servigi a quest'ultima (Cass. III, n. 38924/2009).

Lo sfruttamento. Lo sfruttamento è reato di mera condotta e consiste nel trarre profitto parassitariamente dalla prostituzione (Mantovani, 2013, 471) ossia in ogni comportamento che abbia l'effetto di trarre, senza giusta causa, vantaggi dall'altrui attività di meretricio (Fiandaca e Musco, 2013, 163); diversamente, il reato non è configurabile se il perseguimento del profitto avvenga sulla base di un titolo legittimo o per servizi resi alla prostituta, sempre che vi sia proporzione tra servizio e compenso (Fiandaca e Musco, 2013, 163). Un esempio di sfruttamento è quello di chi si appropri dei proventi del meretricio svolto sotto il suo controllo ovvero del locatore che conceda in locazione un immobile dove si esercita il meretricio a prezzi più alti del normale (Cass. III, n. 48698/2015).

L'organizzazione. E' reato di mera condotta, integrato dalla predisposizione e dal coordinamento di mezzi e soggetti ai fini dell'esercizio della prostituzione minorile, che può essere sia di dimensioni ridotte che imprenditoriali, tipiche della criminalità organizzata nazionale e transnazionale. Non è necessario che ad essa segua l'esercizio effettivo della prostituzione (Mantovani, 2013, 469).

La gestione. E' reato di mera condotta, che consiste nell'insieme delle attività necessarie e sufficienti affinché possa essere in concreto esercitata la prostituzione minorile (Mantovani, 2013, 470).

Il controllo. Esso consta dell'attività di vigilanza tesa a verificare la regolarità della prostituzione minorile (si pensi ai guardiani, addetti al servizio d'ordine per vigilare sia l'attività del soggetto che si prostituisce, sia la condotta dei clienti) (Mantovani, 2013, 470).

Il trarre altrimenti profitto. Si tratta di un'attività di difficile definizione,. Uno spazio applicativo potrebbe essere rinvenuto in quelle condotte in cui non vi sia sproporzione tra il servizio offerto e l'utilità conseguita (ad esempio, nel caso di un locatore che, per locare l'immobile ove si esercita la prostituzione minorile, percepisca il giusto) (Mantovani, 2013, 472).

La fruizione di prestazioni sessuali retribuite

La condotta consiste nell'ottenere il compimento di atti sessuali con un minore tra i quattordici ed i diciotto anni dietro corrispettivo di denaro o di altra utilità, anche solo promessi.

Si è sostenuto (Mantovani, 2013, 474) che l'infelice formula normativa sembrerebbe lasciare fuori gli atti compiuti dal minore su se stesso ovvero con terzi ovvero compiuti in presenza del minore, ma che a tale esegesi — riguardando la ratio della legge ed al fine di evitare vuoti di tutela — potrebbe contrapporsi l'interpretazione della preposizione « con » come « coinvolgenti un », sì da ricomprendere anche le condotte suddette.

Per la fattispecie di cui al co. 2, gli atti sessuali non devono essere necessariamente inseriti in un'attività di prostituzione del minore già in corso, né reiterati, potendo consistere anche in un solo episodio (Mantovani, 2013, 475; contra Cocco, cit.).

Il corrispettivo può essere in denaro o in altra utilità, sia di natura economica che — dopo la riforma del 2012 — non economica (Mantovani, 2013, 476, Cocco, cit) e deve essere la ragione determinante della scelta della p.o. di compiere l'atto sessuale, il che lascia escludere la configurabilità del reato nel caso di donativi, quando tuttavia ciò avvenga in un rapporto instauratosi su basi affettive o di attrazione che coinvolgono anche il minore (Cocco, cit.).

 Il corrispettivo può essere elargito o promesso anche a chi esercita un’autorità sul minore. Esso può consistere anche in una remunerazione simbolica (Cass. III, n. 55301/2016).

Il cliente non può rispondere di induzione per avere persuaso la p.o. alla prostituzione, giacché l'induzione può riguardare soltanto chi determina, persuade o convince la p.o. a concedere il proprio corpo ad un terzo o a terzi, a condizione però che questi ultimi non si identifichino esclusivamente con l'induttore (Cass. S.U. n. 16207/2013).

La nozione di atti sessuali

Devono intendersi certamente tali tutti i contatti fisici con zone erogene dell'altrui o del proprio corpo (genitali, pubiche, anali, orali, mammellari), dal coito, all'autoerotismo indotto (Cass. III, n. 25464/2004), ai toccamenti, sfregamenti e baciamenti nelle zone erogene (in dottrina Mantovani, 2013, 381; Lanna cit.).

Secondo la giurisprudenza, l'atto sessuale ricomprende, oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo tra autore e vittima, ancorché fugace ed estemporaneo, o comunque coinvolgendo la corporeità sessuale di quest'ultima, sia finalizzato e normalmente idoneo a porre in pericolo la libertà di autodeterminazione sessuale della p.o., in tale nozione ricomprendendo anche i palpeggiamenti, i toccamenti e gli sfregamenti corporei, posti in essere nella prospettiva del reo di soddisfare od eccitare il proprio istinto sessuale, in quanto idonei a invadere la sfera sessuale della p.o. (Cass. S.U., n. 16207/2013). Secondo Cass. III, n. 7368/2012, non è necessario il contatto fisico, potendo rientrare nell'oggetto della prostituzione anche una prestazione ottenuta via telefono, sollecitando una minore a pronunziare determinate frasi mentre il soggetto si masturba (contra in dottrina Mantovani, 2013, 381, secondo cui senza contatto corporeo non esiste « atto sessuale »; ugualmente scettici rispetto all'ampliamento della nozione di atti sessuali rilevanti per la norma in discorso, Fiandaca e Musco, 2013, 166).

Elemento psicologico

Tutte le fattispecie sono punite solo a titolo di dolo.

Reati di cui al primo comma

Si tratta di reato a dolo specifico implicito, costituito dalla coscienza e volontà di reclutare uno o più infradiciottenni al fine di far esercitare loro la prostituzione (Mantovani, 2013, 464, Lanna, cit.; contra Fiandaca e Musco, 2013, 167, per cui questa, come le altre, è fattispecie a dolo generico).

Tutte le altre condotte sono a dolo generico, costituito dalla coscienza e volontà di indurre, favorire, sfruttare, organizzare, gestire, controllare ovvero trarre profitto dalla prostituzione di un infradiciottenne (Mantovani, 2013, 466, 468, 469, 470, Fiandaca e Musco, 2013, 167, Lanna cit.; in giurisprudenza Cass. III, n. 35147/2011).

Le prestazioni sessuali retribuite

Si tratta di reato a dolo generico.

Per la consapevolezza circa l'età della p.o., cfr. sub art. 602 quater.

Consumazione e tentativo

Consumazione

Le condotte si perfezionano.

Il reclutamento. Quando e dove il minore viene reclutato (Mantovani, 2013, 465, che ne ha evidenziato la natura di reato di pericolo); si tratta di reato eventualmente abituale, nel senso che anche un solo episodio di reclutamento è idoneo ad integrare la condotta sanzionata;

L'induzione. Quando e dove il minore compie il primo atto di prostituzione (Mantovani, 2013, 466). Non è, invece, sufficiente la mera proposta di partecipare ad incontri sessuali a pagamento, in assenza di pressioni fisiche o psicologiche volte a superare le resistenze di ordine morale o di altra natura che trattengono la persona dal prostituirsi (Cocco, cit., Fiandaca e Musco, 2013, 162). Si tratta di reato eventualmente abituale (Mantovani, 2013, 467).

Il favoreggiamento. Quando e dove viene posta in essere l'attività favoreggiatrice. Si tratta di reato eventualmente abituale (Mantovani, 2013, 468; Cass. III, n. 42432/2016).

Lo sfruttamento. Quando e dove viene posto in essere l'atto di sfruttamento della prostituzione minorile. Si tratta di reato eventualmente abituale per la dottrina (Mantovani, 2013, 471);  la giurisprudenza  (Cass. III, n. 15068/2015) ha statuito che anche il singolo episodio di percezione del denaro o di altra utilità è idoneo a integrare gli estremi del reato).

L'organizzazione. Quando e dove viene realizzato un minimo di attività organizzativa per l'esercizio della prostituzione minorile. Si tratta di reato eventualmente abituale (Mantovani, 2013, 469).

La gestione.Quando e dove viene realizzato un minimo di gestione della prostituzione minorile. Si tratta di reato eventualmente abituale  (Mantovani, 2013, 470).

Gli atti sessuali con minorenne. Nel momento e nel luogo in cui viene compiuto l'atto sessuale (Mantovani, 2013, 477).

Come testimoniato dagli accenni svolti in relazione a ciascuna condotta, ad onta dell'elaborazione sviluppatasi in relazione alla l. n. 75/1958, che richiedeva una tendenziale abitualità nel compiere prestazioni sessuali a clienti indeterminati, si è fatta strada, per la prostituzione minorile, un'interpretazione più rigorosa, che attribuisce rilevanza anche al compimento di un singolo atto di prostituzione; tale orientamento è avallato dalla definizione dell'art. 19 della Convenzione di Lanzarote, laddove non vi è traccia di continuatività (Fiandaca e Musco, 2013, 164).

Tentativo

Il reclutamento. Trattandosi di reato di pericolo, è discutibile che possa parlarsi di tentativo in senso giuridico, pur essendo esso naturalisticamente possibile (Mantovani, 2013, 465).

L'induzione. È possibile il tentativo compiuto, allorché il minore viene determinato ma, per eventi esterni, non si prostituisce, e il tentativo incompiuto, allorché, sempre per eventi esterni, non si sia giunti alla determinazione del minore (Mantovani, 2013, 466).

Cass. III, n. 29635/2018 ha ravvisato il tentativo di induzione rispetto ad una minore, cui erano stati prospettati gli agi cui l'avrebbe condotta la prostituzione, ma che tuttavia non aveva ceduto; la sentenza ha altresì evidenziato la necessità, per valutare l'idoneità degli atti, di tenere conto del diverso grado di resistenza di un minore rispetto ad un adulto. 

Il favoreggiamento.  È possibile il tentativo, allorché l'attività favoreggiatrice, per eventi esterni, non si realizza (Mantovani, 2013, 468).

Lo sfruttamento.  V. supra sub favoreggiamento (Mantovani, 2013, 471).

L'organizzazione.  V. supra, sub reclutamento (Mantovani, 2013, 469).

La gestione.  Si tratta di reato di danno (Mantovani, 2013, 470).

Gli atti sessuali con minorenne. Il tentativo è configurabile quando la promessa sia stata fatta o il corrispettivo versato, ma l'atto sessuale non sia compiuto; cfr. infra.

Unicità o pluralità di reati

La reiterazione della medesima condotta nell'ambito del primo comma

Ritenendoli reati eventualmente abituali, se basta un solo episodio per reputare integrato il reato, la realizzazione di più condotte del medesimo tipo integra comunque un reato unico. Se si esclude del tutto la natura abituale del reato, la commissione di più condotte, anche della medesima tipologia, configurerà più reati.

Rapporto tra le diverse fattispecie del primo comma

Trattandosi di norma a più fattispecie, la realizzazione di più condotte tra quelle sopra elencate integra la commissione di un unico reato (Mantovani, 2013, 470; Cocco cit., Cass. III, n. 21335/2010, in relazione alla formulazione ante l. n. 172/2012; Fiandaca e Musco, 2013, 164 si pongono, invece, in termini dubitativi).

Diversamente la giurisprudenza più recente, secondo cui la previsione in un unico contesto di diverse condotte, sia nella previsione antecedente alla L. n. 172/2012, sia nella attuale, rende possibile il concorso (Cass. III, n. 27598/2020; Cass. III, n. 36710/2019).

Pluralità di vittime

Nel caso di più condotte, della medesima o di diverse tipologie, portate verso più vittime, si configura una pluralità di reati (Cocco, cit.; contra Mantovani, 2013, 465, che ritiene, almeno per il reclutamento, che, in caso di condotte portate nei confronti di più vittime, il reato resti unico).

Gli atti sessuali a pagamento

Gli atti sessuali non devono essere necessariamente reiterati, potendo consistere anche in un solo episodio, per cui, in caso di reiterazione degli episodi non in un unico contesto, si ha concorso di reati (Mantovani, 2013, 475).

Circostanze

Quando il reato è commesso in danno di persona portatrice di minorazione fisica, psichica o sensoriale, la pena è aumentata da un terzo alla metà (art. 36 co. 1 l. n. 104/1992).

La l. n. 172/2012 ha abrogato il co. 3 dell'art. 600-bis, inserendo un apposito articolo per la disciplina delle aggravanti — anche — del reato di cui all'art. 600-bis. Si rinvia, pertanto, al commento dell'art. 602-ter

La medesima legge ha inserito l'attenuante di cui all'art. 600-septies. 1, al cui commento si rinvia.

Rapporti con altri reati

Rispetto al reato di prostituzione minorile di cui all'art. 600 bis co.1

Reati in materia di prostituzione di cui alla l. n. 75/1958. Il reato ex art. 600 bis ha, rispetto ai reati previsti dall'art. 3 l. n. 75/1958, natura autonoma (Cass. III n. 18854/2003).

Il reclutamento, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione di minorenni si pongono in rapporto di specialità con i corrispondenti reati previsti  dall'art. 3 co. 1 nn. 3 e 8 l. n. 75/1958 (Mantovani, 2013, 465, 468, 472).

L'induzione alla prostituzione di minorenni e l'induzione alla prostituzione di cui all'art. 3 co.1 n. 5 l. n. 75/1958 sono in rapporto di incompatibilità, perché quest'ultimo riguarda testualmente maggiorenni (Mantovani, 2013, 467).

Violenza sessuale. Se il reato di cui all'art. 600 bis è commesso con violenza o minaccia, sussiste l'aggravante di cui al co. 3 dell'art. 602 ter ed il reato di violenza sessuale resta assorbito in quello di prostituzione minorile (Cocco, cit.).

Rispetto al reato di atti sessuali con minore dietro corrispettivo di cui all'art. 600 bis comma 2

La clausola di salvezza risolve i casi di concorso di reati rispetto allo stesso fatto.

a) Atti sessuali con infraquattordicenne ex art. 609-quater . Gli ambiti applicativi non si intersecano, giacché l'art. 600-bis co. 2 riguarda i minori tra i quattordici ed i diciotto anni (Cass. III, n. 15830/2018).

b) Atti sessuali con infrasedicenne e violenza sessuale. Il reato di cui all'art. 609-quater co. 1 n. 2) (atto commesso nei confronti di un infrasedicenne dai soggetti ivi indicati) e di violenza sessuale vera e propria di cui all'art. 609-bis prevalgono sulla fattispecie di cui all'art. 600-bis co. 2 perché più gravi (Mantovani, 2013, 478; Cocco, cit,

In termini la giurisprudenza, secondo cui la sussistenza del reato di cui all'art. 600-bis comma 2 - in forza della clausola di salvaguardia di cui alla prima parte - deve essere esclusa quando il minorenne sia costretto dallo stesso cliente a subire con violenza o minaccia il rapporto sessuale non consenziente, anche se (e a prescindere dal fatto che) sia stata corrisposta una somma a favore di una terzo. A riprova di ciò, va sottolineato che l'uso della violenza o della minaccia costituisce circ. aggravante del più grave reato di cui all'art. 600-bis, co. 1, (cfr. l'abrogato art. 600-sexies e, oggi, l'art. 602-ter ,co. 2), non di quella di cui all'art. 600-bis, co. 2, il che si spiega con il fatto che l'uso della violenza da parte del cliente costituisce elemento costitutivo del più grave reato di cui all'art. 609-bis co. 2 (Cass. III, n. 35476/2016).

Concorso di reati

Atti sessuali con minorenne ex art. 609- quater e prostituzione minorile ex art. 600-bis co.1. Allo stato vi è contrasto. Secondo un primo orientamento, il reato di prostituzione minorile concorre con quello di atti sessuali con minorenne, sia per la differente oggettività giuridica che per la diversità degli elementi costitutivi (Cass. III, n. 40383/2019, in relazione alla condotta dei genitori di una infraquattordicenne avviata alla prostituzione, ritenuti responsabili degli atti sessuali con il cliente ex art. 40, co. 2; Cass. III, n. 32339/2015, in cui la Corte ha osservato che l'elemento aggiuntivo e dominante del mercimonio del corpo rende la fattispecie di cui all'art. 600 ontologicamente diversa da quella di cui all'art. 609-quater. Secondo un orientamento diverso, quando, rispetto all'infraquattordicenne, sia stata attuata una condotta induttiva, favoreggiatrice o sfruttatrice, vi sarebbe assorbimento del reato ex art. 609-quater nella fattispecie più grave di cui all'art. 600-bis co.1 (Cass. I, n. 29988/2013, Cass. III, n. 28640/2009).

Atti sessuali con minorenne ex art. 609- quater e prostituzione minorile ex art. 600-bis co. 2. Quando la condotta sia perpetrata in danno di un infrasedicenne dall'ascendente o da altro soggetto con questa in rapporto qualificato (art. 609-quater, co.1, n. 2,), in cambio della promessa o dazione di denaro o di altra utilità, si configura il reato  ex art. 609-quater, che assorbe la fattispecie meno afflittiva tipizzata all'art. 600-bis, co. 2 , che contempla la clausola di salvezza "salvo che il fatto costituisca reato più grave" (Cass. III, n. 53672/2016).

Cessione di stupefacenti ed atti sessuali con minorenne di cui all'art. 600- bis co. 2. Se il reo cede, quale corrispettivo, sostanza stupefacente al minore, risponde sia del reato di cui all'art. 600-bis co. 2 sia di quello di cui all'art. 73 d.P.R., n. 309/1990, trattandosi di fattispecie in posizione di eterogeneità (Mantovani, 2013, 478).

Casistica

Lo scambio di informazioni

Costituisce favoreggiamento della prostituzione minorile — e non il reato di iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile di cui all'art. 600-quinquies — lo scambio preventivo di puntuali e mirate informazioni tra due soggetti volto a facilitare, in vista di un viaggio all'estero, loro incontri sessuali con minori sul luogo di destinazione (Cass. III, n. 42053/2011).

L'idoneità e univocità degli atti

 In tema di tentativo, il giudizio da formulare sull'idoneità è da svolgersi ex ante, valutando la possibilità e non già la probabilità che alla condotta consegua lo scopo per cui è stata posta in essere (Cass. III, n. 47868/2011; vicenda relativa alla condotta di un soggetto che aveva destinato a ragazze minorenni dei bigliettini accompagnati da una banconota e all'invito a contattare il numero di telefono del mittente con la prospettiva di nuove elargizioni (senza precisare che esse sarebbero avvenute in cambio di favori sessuali), in cui la Corte ha reputato l'inidoneità e l'equivocità rispetto al contestato tentativo di induzione ex art. 600-bis co. 2).In un altro caso, l'offerta di una somma di denaro in cambio del compimento di atti sessuali con il proponente – nella specie un rapporto orale - è stato ritenuto sufficiente a integrare il delitto di cui gli artt. 56 e 600-bis cpv.,  anche se  effettuata mediante social-network, non essendo richiesto che la proposta sia accompagnata da ulteriori attività volte a manifestare la serietà dell'intenzione del proponente stesso (Cass. III, n. 28396/2016). V. supra,  sub induzione

Pene accessorie

Cfr. sub art. 600-septies.2. 

Misure di sicurezza

Cfr. sub art. 609-nonies co. 2.

Prescrizione

Ai sensi dell'art. 157 co. 6, il termine prescrizionale di questo reato è raddoppiato.

Per le novità introdotte dalla l. 23 giugno 2017, n. 103, che, novellando l'art. 158, ha previsto un nuovo termine di decorrenza della prescrizione quando il reato sia stato commesso dopo il 3 agosto 2017, v. sub art. 600.

  

L'accertamento di patologie sessualmente trasmissibili

L'art. 16 l. n. 66/1996 come modificato dalla L. n. 269/1998 prevede che l'imputato sia sottoposto, con le forme della perizia, ad accertamenti per l'individuazione di patologie sessualmente trasmissibili, qualora le modalità del fatto possano prospettare un rischio di trasmissione.

Profili processuali

Gli istituti

La prostituzione minorile è procedibile d'ufficio e di competenza del Trib. collegiale; le indagini, a norma dell'art. 51 co. 3-quinquies c.p.p., sono di competenza dell'ufficio del P.M. presso il Trib. del capoluogo del distretto nel cui ambito ha sede il giudice competente. Per i reati commessi all'estero, cfr. sub art. 604.

Per la prostituzione minorile:

a) è possibile disporre intercettazioni;

b) per il reato di cui al primo comma è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza; per il reato di cui al secondo comma è previsto l'arresto facoltativo in flagranza.

c) il fermo è possibile solo per il reato di cui al primo comma;

d) è previsto l'allontanamento di urgenza dalla casa familiare;

e) è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali. Per la fattispecie di cui al primo comma, vigono le presunzioni relative di sussistenza delle esigenze cautelari e di adeguatezza della custodia in carcere (art. 275 co. 3 c.p.p.).

f) non è possibile il patteggiamento cd. allargato (art. 444 co. 1-bis c.p.p.).

L’art. 1, co. 56, l. 23 giugno 2017, n. 103, pubblicata nella G.U. n. 154 del 4 luglio 2017, nel reinserire nell’ordinamento la possibilità del concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.), lo esclude per il reato in commento (co. 2).

g) Vi è l'obbligo, per il P.M., di notiziare il Trib. per i minorenni (art. 609-decies)

h) In relazione anche al reato in disamina previsto dal co. 1, sono possibili le attività sotto copertura, sia da parte del c.d. agente provocatore, sia da parte di un organo del Ministero dell'interno per la sicurezza e la regolarità dei servizi di telecomunicazione; l'autorità giudiziaria può, con decreto motivato, ritardare l'emissione o disporre che sia ritardata l'esecuzione dei provvedimenti di cattura, arresto o sequestro, quando sia necessario per acquisire rilevanti elementi probatori, ovvero per l'individuazione o la cattura dei responsabili (cfr. art. 14 l. n. 269/1998).

i) Sia per l’ipotesi consumata che per quella tentata, non è possibile il proscioglimento ex art. 131-bis (co. 2, come interpolato dal dlg. 10 ottobre 2022, n. 150, come modificato dall’art. 6 del d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199, in vigore dal 30 dicembre 2022). Per l’ipotesi di cui al primo comma non si porranno problemi di diritto intertemporale in quanto la disciplina dell’art. 131-bis ante riforma non consente comunque l’accesso al proscioglimento in relazione a reati – come quello in commento – puniti con massimo edittale superiore a 5 anni. Una questione di irretroattività della legge penale sfavorevole potrebbe porsi solo con riferimento all’ipotesi di cui al secondo comma nella forma tentata.

Bibliografia

Cocco, Alla ricerca dei confini tra libertà sessuale e prostituzione minorile. per evitare nuovi casi Braibanti, in Resp. civ. e prev. 2014;Indinnimeo, Petrosino, Il concetto di induzione nel delitto di prostituzione minorile, in Ilpenalista.it, 11 aprile 2016;  Lanna, Prostituzione e prostituzione minorile, in Ilpenalista.it, 14 settembre 2017;  Valente, Prostituzione minorile e atti sessuali a pagamento -nota a Cass. n. 16207/2014, in Cass. pen. 2015; Vizzardi, Le Sezioni Unite sul delitto di “prostituzione minorile”, nota a Cass. n. 16207/2013, in dirittopenalecontemporaneo.it.

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